Era già arrivata una pria ondata di disdette di abbonamenti Netflix qualche mese fa, ma sembra che l’ondata non si sia interrotta e che il numero di coloro i quali abbiano deciso di sospendere o interrompere del tutto il proprio abbonamento stia screscendo.
Ci sono diversi motivi che poco hanno a che fare direttamente con il pacchetto offerto da Netflix. Durante i mesi estivi, il calo è fisiologico e sotto l’ombrellone è più frequente che qualcuno si diletti con dei giochi da casino, piuttosto che con una serie tv o un film. Andiamo a vedere però quali sono i motivi per cui qualcuno ha proprio deciso di non voler più stare sulla nota piattaforma di streaming.
La concorrenza
Ciò che è cambiato rispetto al 2015 è sicuramente il fatto che all’epoca Netflix poteva fare la parte del leone, dato che la concorrenza era assai limitata. Ora, il numero delle piattaforme di streaming è aumentato a dismisura.
Da Prime Video a Disney+, da Now tv a Infinity. Insomma, l’offerta è ricca e vasta e molti stanno seguendo le esclusive, tenendo aperto un abbonamento per un certo periodo di tempo, a seconda di ciò che viene di fatto pubblicato. C’è anche da dire che alcune di queste piattaforme offrono un catalogo molto ricco ad un prezzo decisamente più competitivo e al giorno d’oggi, questo, è un fattore da prendere in seria considerazione.
I contenuti
Siamo stati abituati ad avere sempre grandi contenuti a disposizione, su Netflix, è vero, ma ultimamente le lamentele, almeno per quello che riguarda il catalogo italiano, si fanno sentire non poco.
L’accusa principale che viene mossa nei confronti del gigante dell’intrattenimento domestico è la svolta “teen” dei contenuti offerti. Insomma, Netflix sembra essere il luogo ideale dove i giovani possono trascorrere i loro pomeriggi e le loro serate, ma un pubblico più adulto fatica a trovare serie e film interessanti. Da prendere di certo in considerazione, visto che a casa si sa chi apre il portafogli…
I diversi abbonamenti
Un altro fattore di malcontento che dovrebbe seriamente essere riconsiderato dalla piattaforma è il costo dell’abbonamento. Rispetto a Prime Video, ma anche a Disney+ che hanno un costo molto basso e annuale (la prima) e un costo contenuto, senza differenze di sorta (la seconda), forse anche Netflix dovrebbe rivedere la usa politica. Differenziare la qualità video a seconda del prezzo è una mossa che non è piaciuta per niente. I televisori di oggi raggiungono quasi tutti una definizione molto alta e pretendere che vengano visti film e serie in SD è davvero una pia illusione.
Quali ripercussioni potranno esserci
In senso negativo, le prime ripercussioni di questa crisi si è trasformata in una serie di licenziamenti e nella minor acquisizione di contenuti da parte di Netflix.
C’è comunque la speranza che vengano prese decisioni differenti, per quanto riguarda la strategia aziendale e che non solo possano essere nuovamente impiegate le persone che hanno perso il lavoro, ma che il cliente venga effettivamente soddisfatto. Onestamente, non siamo certi che l’inserimento di spot pubblicitari possa davvero essere la miglior soluzione.
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