Questo venerdì mattina, in piazza Matteotti, davanti agli uffici postali centrali di Napoli, il movimento disoccupato 7 novembre ha organizzato uno “fuochi d’artificio” dove centinaia di persone hanno acceso fuochi con bollette di luce, acqua e gas. Insostenibile, soprattutto per i disoccupati.
“Siamo stufi delle promesse. Aspettiamo lavoro da anni e oggi non possiamo triplicare questo numero”, hanno affermato i manifestanti.
🇮🇹🔥 #Italia | Un gruppo a Napoli ha reagito bruciando biglietti contro luce e gas aumenta al grido di “Non pagheremo”.
Un fenomeno che può estendersi ad altre città.– Juan Andres Gallardo (@juanagallardo1) 3 settembre 2022
“Siamo qui perché, come è successo a Glasgow e in molti altri paesi europei, i lavoratori sono stufi. Non possiamo più pagare per la loro crisi, la loro guerra, la loro speculazione”, ha affermato Eddie Sorge, leader del movimento 7 novembre. Unione Si Cobas. Non solo le bollette aumenteranno, ma anche i prezzi di cibo, gas e utenze. Nel frattempo, le autorità hanno tagliato gli aiuti di Stato ai condannati negli ultimi dieci anni.
La mossa è stata presa in riferimento a un incendio simile che era stato orchestrato pochi giorni prima nelle strade di Glasgow, in Scozia.
Gli scozzesi bruciano le bollette dell’elettricità fuori dalla sede del regolatore dell’energia di Glasgow: “Non stiamo pagando!” pic.twitter.com/IAmP0nnmPJ
— RadioGenova (@RadioGenova) 26 agosto 2022
La protesta arriva mentre l’Italia è nel mezzo di una campagna elettorale lontana dai bisogni reali e tangibili di milioni di lavoratori del Paese.
La manifestazione si è spostata al Palazzo di San Giacomo, sede del consiglio comunale e del governo cittadino. Sono stati seguiti dalla polizia durante il viaggio.
I disoccupati hanno chiesto il rispetto dei contratti di lavoro precedentemente sottoscritti con le amministrazioni comunali e statali e hanno denunciato l’ipocrisia di parlare di una “revisione” del reddito di cittadinanza quando le spese militari sono aumentate e non è stata intrapresa alcuna azione contro l’inflazione e l’inflazione. L’alto costo della vita colpisce i gruppi più poveri che vivono una disoccupazione di lunga durata più o meno stabile e, infatti, non hanno nemmeno le risorse per pagare le spese “essenziali” come le bollette.
A seguito dell’azione di ieri, il movimento per i disoccupati ha portato le proteste ai comizi dei principali partiti in competizione alle prossime elezioni: PD, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle. In uno di loro si sono trovati faccia a faccia con Giuseppe Conte, fino a pochi mesi fa presidente del Consiglio del Paese. Lo spettacolo si è svolto a Ponticelli, una zona devastata dalla disoccupazione e dalle mafie.
Dalla mozione del 7 nov., “Una vera garanzia di salari dignitosi, una riduzione della giornata lavorativa a parità di retribuzione, un programma straordinario per la difesa dei nostri territori e la spesa militare prelevando soldi da enormi profitti”.
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