Kiev. Ieri, 13 febbraio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato il suo omologo statunitense, Joe Biden, a visitare Kiev “nei prossimi giorni” per esprimere il sostegno di Washington di fronte ai pericoli di un’invasione russa.
“Sono convinto che la sua visita a Kiev nei prossimi giorni… sarà un segnale forte e aiuterà a stabilizzare la situazione”, ha affermato la presidenza ucraina.
Zelensky ha chiesto agli Stati Uniti di non farsi prendere dal panico per un imminente attacco della Russia. Venerdì, Biden ha detto che se fosse scoppiato un incendio tra il suo paese e la Russia, sarebbe scoppiata una guerra mondiale.
Dopo che sabato KLM ha annunciato la sospensione dei voli per Kiev, il presidente ucraino ha dichiarato che non avrebbe chiuso lo spazio aereo.
Nella telefonata tra Biden e Zelensky, la Casa Bianca ha riferito che “i due leader hanno concordato sull’importanza di continuare la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento dell’esercito russo ai confini dell’Ucraina”.
La battaglia nelle comunicazioni è parità di condizioni: da un lato, il presidente Biden vede un imminente attacco russo all’Ucraina: Mosca nega. di venerdì. “Questa è una campagna di propaganda che cerca di provocare e incoraggia le autorità di Kiev a sabotare gli accordi di Minsk e cercare di risolvere il problema del Donbass con la forza e in modo oltraggioso”, ha commentato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.
Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino, ha accusato Washington ei suoi alleati di “isteria senza precedenti. È assurdo” la paura dell’invasione.
Errore di messa a fuoco dell’UE
Il concetto di sicurezza su cui il presidente Putin si concentra in particolare sull’idea che dovrebbe difendere i russi ovunque si trovino, è un concetto strategico e una cintura di sicurezza: Donbass, Bielorussia, Kaliningrad, Ossezia e le repubbliche baltiche, osserva Carmen Claudin, ricercatrice del Centro per gli Affari Internazionali di Barcellona (CIDOB).
“È qui che gli Stati Uniti sbagliano sulla questione russa”, ha sottolineato.
Dal canto suo, Lluis Uría, analista internazionale, commenta: “L’iniziativa di mediazione del presidente francese Emmanuel Macron, nonostante la sua necessità e il suo pericolo, è riuscita a malapena a mascherare le forti differenze che esistono all’interno dell’Unione Europea per quanto riguarda i rapporti con la Russia” (La Vanguardia, 13 febbraio).
Questa settimana sarà al lavoro il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Oggi si recherà a Kiev e martedì a Mosca per incontri con i presidenti competenti. Il punto di vista dell’UE sul conflitto in Ucraina è chiaramente frammentato.
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