In una dichiarazione al quotidiano Il Messaggero, il presidente italiano ha affermato che “noi facciamo sempre la nostra parte e il Gruppo dei Sette (G7) è molto unito in questo”, ma ha riconosciuto che Israele ignora tali richieste.
Ha sottolineato la mancanza di risposta del primo ministro Benjamin Netanyahu a questi sforzi, sottolineando che “possiamo esercitare pressioni politiche e vi assicuro che le stiamo esercitando in modo molto concreto”.
Tajani ha commentato i risultati di un recente colloquio con il rappresentante israeliano, Israeli Katz, in cui ha affrontato la complessa situazione in Libano, considerando la crescente aggressività di Tel Aviv in Libano.
Il ministro italiano ha detto che la sua conversazione con Katz era incentrata sull’ottenere garanzie che Israele si asterrà dal condurre operazioni vicino alle basi militari della Forza ad interim delle Nazioni Unite per il Libano (UNIFIL) nel sud del paese.
“Mi sembra che queste pressioni stiano avendo successo”, perché “abbiamo promesso che non ci saranno attacchi del genere”, ha sottolineato, aggiungendo che “nel frattempo abbiamo ridotto la nostra squadra di addestramento dell’esercito libanese a Beirut”. E “siamo passati da 100 giocatori a 15”.
Alla luce delle operazioni militari di Israele contro quel Paese e delle operazioni militari contro Gaza, che incidono sulla stabilità dell’intera regione del Medio Oriente, la Farnesina italiana ha chiesto ai cittadini del Paese di lasciare il Libano il prima possibile, pertanto “voli di linea per Roma e Il Milan è pieno”, ha osservato.
Tajani spiega che in Libano lavorano dai 200 ai 300 italiani, mentre circa duemila vivono stabilmente e hanno famiglia a Beirut e in altre città.
Riguardo ad una possibile soluzione del conflitto tra Israele e Palestina, con il piano dei due popoli e dei due Stati, il presidente italiano ha sottolineato che “l’obiettivo deve essere assolutamente lo stesso”.
“Tutti i partiti devono capire che non ci sono altre soluzioni”, ha sottolineato, sottolineando la posizione del suo governo secondo cui “l’unica condizione per la pace è garantire la sicurezza affinché Israele possa vivere e svilupparsi in pace” e “permettere l’azione”. Il sogno del popolo palestinese è un paese tutto suo.”
Su questo tema ha ribadito che Roma appoggia l’assegnazione di una missione delle Nazioni Unite nella regione guidata da arabi con la partecipazione di soldati italiani, e che “siamo molto pronti a inviarli per riunire Gaza alla Cisgiordania”. della Palestina Nazionale.
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