Il presidente si è unito a una marcia indetta dai sindacati per sostenere l’attuale programma di governo e le riforme sociali e respingere le manovre della destra volte a rimuoverlo dal potere.
Oltre a Bogotà, altri movimenti e marce si sono svolti in altre importanti città del Paese. (Immagine: campana)
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha considerato che giovedì prossimo sarà il primo giorno di mobilitazione generale del popolo in difesa dei propri diritti e libertà e contro l’oligarchia.
Il presidente si è unito a una marcia che si è svolta nella centrale piazza Bolivar di Bogotà, indetta dai sindacati per sostenere l’attuale programma di governo e le riforme sociali e per respingere le manovre della destra volte a rimuoverlo dal potere.
Nel corso del suo discorso, il Capo dello Stato ha ripetuto le minacce promosse dall’opposizione per abbreviare il suo mandato e anche quelle che cercano di porre fine alla sua vita.
Ha poi sottolineato che la loro protezione dipende dalla permanenza delle persone nelle loro case o dall’uscita per le strade, e ha precisato che questo è il primo giorno in cui saranno difesi il diritto alla pensione e tutte le altre libertà dei cittadini.
Lo scopo delle manifestazioni di questo giorno era anche quello di difendere la riforma delle pensioni, recentemente approvata dal Congresso, che oggi è minacciata da decine di cause intentate davanti alla Corte Costituzionale, sulla quale si è espresso anche Petro.
Ha affermato che questa norma tutela il diritto di tre milioni di anziani poveri ad ottenere una pensione di vecchiaia, in uno scenario che attualmente differisce notevolmente da quello che sta accadendo in Argentina, dove gli anziani reclamano migliori condizioni di vita.
Ha anche respinto le argomentazioni avanzate dai media di destra che puntano alla mobilitazione come mezzo per esercitare pressioni sulla Corte Costituzionale.
Il presidente ha descritto questa posizione come una visione aristocratica e ha sottolineato che l’opinione della gente non costituisce una pressione.
A questo punto affermò che in Colombia non esiste democrazia, perché il potere non è detenuto dalle persone, ma dalle famiglie aristocratiche.
“In uno Stato democratico, lo Stato obbedisce al popolo. Ha sottolineato che la democrazia è il dominio del popolo, il dominio popolare.
Ha denunciato anche il sostegno dei grandi capitali ai media, che distorce la sua reputazione e quella della sua famiglia, nasconde le conquiste del suo governo e diffonde informazioni di dubbia credibilità, cioè che cercano di distorcere la sua immagine presso l’opinione pubblica con l’obiettivo di rimuovendolo. Dal potere, come diceva lui.
“Questo è il primo giorno della mobilitazione su larga scala del popolo colombiano. L’Assemblea Nazionale del Popolo ha deciso di organizzare tutti i municipi e i distretti, che non si limiteranno a camminare per le strade o a riempire le piazze.
In una piazza dove, secondo il Centro di comando unificato della regione, si erano radunate 10.000 persone, Petro si è unito ai cori che cantavano: “Non passeranno”, in riferimento ai tentativi di colpo di stato morbido compiuti dai settori dell’opposizione.
Oltre a Bogotá, altri movimenti e marce si sono svolti in altre importanti città del Paese a sostegno del presidente come Cali, Medellin, Manizales, Barranquilla, Ibague, Santa Marta, Valledupar e altre.
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