sabato, Ottobre 5, 2024

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Recensione del film EP (2022) di Dadabe

La vita indipendente di tutto ciò, quella che ci ha fatto esplodere la testa ad un certo punto negli anni ’90, deve essere qualcosa del genere. Vale a dire, dritto e assolo di chitarra come Dio intendeva nello stile di Dinosaur Junior (“wake up”); Sexy e invitante, con quel sussurro iniziale di shoegaze che non smette mai di vorticare dentro di noi (“Comin’ Down”); evocativo e suggestivo (“occhi segreti”); E perché no, con un triste punto di addio, è giusto e necessario, e non è un piano per farci degli idioti (“scomparsi”).

Lettera di presentazione dadaabi, una nuova raccolta di Getxo’s Inexhaustible Quarry, un EP di quattro canzoni intitolato in inglese. Sembra inevitabile ricordare il boom musicale che devastò la località balneare 30 anni fa, poiché le scene sono ambientate su anglosassone e rock alternativo. La scelta del nome non è casuale. Secondo il documento promozionale, Dadabe è un tipo di accordatura per chitarra molto popolare in gruppi come Pavement, ed è un chiaro riferimento a un insieme di queste caratteristiche. Con un po’ di immaginazione, la voce instancabile di Stephen Malcus ha preso vita in alcuni momenti, specialmente nella tranquilla chiusura di “Missing” dove il compositore di “Shady Lane” sembra cantare nel tuo orecchio.

L’universo sonoro in questa breve premiere di getxotarras è relativamente ampio e ci lascia desiderare di più. Loro stessi si riferiscono a Strokes, a cui vanno aggiunti anche riferimenti come Nada Surf o Ride per il loro amore per le chitarre elettriche e i cori ben armati. Hanno registrato una mezza dozzina di canzoni agli El Tigre Studios per John Aguirrezabalaga, un membro dei We Are Standard, luogo di pellegrinaggio per molti musicisti della regione. Alla fine ne sono rimasti quattro. È il numero che amano e che imparano a conoscere.

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Questi amici – incluso il batterista Txomin Guzmán dei The Fakeband – si sono riuniti per suonare e divertirsi dopo la prima ondata di pandemia, nell’autunno del 2020. Il risultato finale di quelle prove è stato un piccolo trattato dai libri indipendenti della chiesa -Rock che nonostante non scopra nulla di nuovo, raggiunge decentemente l’obiettivo di ripristinare l’essenza dell’indie originale. Forse, a questo punto, l’uso dell’urlo inglese; La nostra lingua madre si è rivelata uno strumento perfettamente valido per il pop. Vediamo cosa succede con il prossimo EP.