lunedì, Ottobre 7, 2024

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Un nuovo colpo per l’economia israeliana

Ieri Moody’s ha abbassato per la seconda volta il rating del Paese di due livelli: da A2 a Baa1, dopo averlo fatto lo scorso febbraio.

Nel giustificare la sua decisione, la società ha sottolineato il rischio di una guerra regionale, che porterebbe a “importanti conseguenze negative sulla capacità del Paese di pagare il credito”.

Inoltre, ha stimato che l’economia nazionale sarà ulteriormente indebolita a causa del conflitto, dopo aver previsto che il PIL crescerà solo dello 0,5% quest’anno fiscale e dell’1,5% l’anno prossimo, in calo rispetto al 4,0% precedentemente annunciato.

Moody’s ritiene che molte delle azioni di Netanyahu, come il suo confronto con l’establishment della sicurezza e la magistratura, aumentino anche il rischio di una crisi.

Il quotidiano Calcalist, specializzato in questioni economiche, ha prestato grande attenzione alla decisione di Moody’s e ha ricordato che i suoi concorrenti, Fitch e Standard & Poor’s, hanno recentemente abbassato il rating di Israele.

Da parte sua, il Times of Israel ha citato il governatore della Banca centrale Amir Yaron, che in diverse occasioni ha espresso preoccupazione per la capacità del governo di mantenere la responsabilità fiscale e la credibilità nelle questioni economiche.

Allo stesso tempo, il quotidiano Jerusalem Post ha sottolineato che il Paese sta attraversando una grave crisi finanziaria a causa del conflitto che ha provocato più di 41.000 morti e 96.000 feriti a Gaza.

Egli ha sottolineato che gli esperti stimano che l’incendio costerà fino al 10% del prodotto interno lordo.

Il mese scorso il portale d’informazione Ynet ha criticato la risposta del potere esecutivo alla crisi economica, avvertendo del crescente deficit di bilancio, del calo degli investimenti, della fuga di capitali e dell’aumento dell’inflazione e dei prezzi.

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Ha sottolineato che ci sono funzionari del governo che “non capiscono la portata del pericolo e altri che sono certi che, con l’aiuto di Dio, otterremo la vittoria completa anche nell’economia”, riferendosi al settore religioso che costituisce il governo. amministrazione.

Nota/rapina