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Xi Jinping vince la rielezione per il terzo mandato mentre le proteste anti-governative si diffondono silenziosamente in Cina

Xi Jinping vince la rielezione per il terzo mandato mentre le proteste anti-governative si diffondono silenziosamente in Cina

l’indirizzo24 ottobre 2022

Xi Jinping è stato nominato segretario generale del Partito Comunista Cinese sabato a conclusione del Congresso del Partito Comunista, segnando l’inizio del terzo mandato di Xi come leader della Cina. I legislatori hanno abolito i limiti del mandato presidenziale nel 2018, il che significa che Xi potrebbe rimanere al potere a tempo indeterminato. Il presidente Xi ha anche confermato la sua principale squadra politica, composta dagli alleati del presidente. Queste le parole pronunciate domenica da Xi Jinping, quando ha presentato alla stampa i sei membri che erano stati nominati.

Il presidente Xi Jinping: “Di fronte alle nuove sfide e prove che affrontiamo in questo nuovo percorso, dobbiamo essere molto attenti, mantenere sempre la sobrietà e la prudenza per essere all’altezza dell’occasione, promuovere un governo rigoroso del Partito in tutte le aree senza interruzioni, in modo che il centenario la cerimonia continua a fiorire nella sua stessa rivoluzione ed essere sempre la spina dorsale più affidabile e più forte del popolo cinese”.

Sabato, in una scena drammatica, l’ex presidente cinese Hu Jintao è stato inaspettatamente scortato dalla cerimonia di chiusura del Congresso del Partito Comunista, una mossa che alcuni hanno ipotizzato fosse un’affermazione del dominio di Xi. I media statali cinesi in seguito hanno affermato che l’incidente era dovuto al fatto che l’ex leader “non si sentiva bene”.

Nonostante il completo controllo del potere da parte di Xi, le proteste contro il suo governo si sono diffuse in Cina e oltre, dopo che uno striscione di protesta è stato innalzato su un affollato cavalcavia a Pechino all’inizio di questo mese. Le autorità hanno censurato la notizia della protesta online e sui social media, ma da allora le voci dei manifestanti si sono riflesse sulle porte dei bagni pubblici in Cina e sui manifesti esposti nelle università di tutto il mondo. Tra gli slogan dei manifestanti: Dignità, non bugie. Riforma, non Rivoluzione culturale. Voti non dittatura. Cittadini, non schiavi.

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