Aprile 26, 2024

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Pedro Castillo, un governo popolare che distrugge i miti e conquista la fiducia del Congresso della Repubblica del Perù | America

A meno di un mese dall’amministrazione del Presidente José Pedro Castillo Teron, ha rappresentato la scorsa settimana il suo Gabinetto, guidato dal Primo Ministro, Guido Peledo Ugarte, prima della sessione plenaria del Congresso della Repubblica presentando quasi 3 ore e un intenso dibattito per due consecutivi giorni le linee guida della sua amministrazione per il periodo 2021 – 2026, e ottenere il voto di fiducia, requisito costituzionale fondamentale affinché il Consiglio dei ministri continui in carica.

Nonostante il discorso di Peledo fosse percepito come privo di direzione ed evitando esplicitamente di menzionare l’Assemblea Costituente, oltre a una riforma costituzionale molto discutibile, il suo intervento è stato incentrato su una serie di misure di ordine sociale, come la garanzia delle pensioni per gli orfani a causa del COVID, e il creazione di un sistema di welfare nazionale e rafforzamento della lotta alla corruzione nazionale e transnazionale. Mentre, sulle questioni economiche, ci si concentrerà sul rilancio dell’economia, del settore minerario e degli idrocarburi, sulla creazione di posti di lavoro e sugli investimenti pubblici, rilevando anche che promuoveranno l’eliminazione del gap finanziario, attraverso un disegno di legge che consentirà al Banco de la Nación mettersi alla pari con il private banking tradizionale.

Il premier ha fatto riferimento anche all’agricoltura e ha assicurato che verrà attuata una seconda riforma agraria, che non tenterà di espropriare la terra “ma di fornire servizi di alta qualità alle campagne, e di rafforzare la cooperazione e la cooperazione” per gli agricoltori.

Per quanto riguarda il settore minerario e degli idrocarburi, Peledo Ugarte ha affermato che lo stato parteciperà a tutte le attività del settore per aumentare la concorrenza e ottenere maggiori entrate per i progetti di sviluppo. Allo stesso tempo, indicò che sarebbe stata promossa l’esplorazione pubblica e privata per rivalutare i giacimenti e aumentare le riserve, e predisse che la società statale peruviana Petróleos del Perú-Petroperú sarebbe stata ristrutturata “per renderla più efficace ed efficiente, e a allo stesso tempo rafforzare lui-lei.” In materia mineraria, verrà creato un nuovo accordo tra governo e imprese, che prevede la promozione di un progetto di alleanza pubblico-privato tra il nodo minerario delle Ande meridionali e il porto di Marcona.

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Per quanto riguarda la riforma del sistema pensionistico, il presidente del Consiglio ha indicato che il governo lavorerà per promuovere la riforma, poiché solo il 27% degli anziani ha una pensione sia nel sistema pubblico che in quello privato, una situazione che ha suscitato un enorme malcontento tra i cittadini. La maggioranza della popolazione non inglobando l’enorme numero di lavoratori autonomi e informali, che restano esclusi. Per questo motivo, sarà pianificata la formazione del Comitato nazionale del sistema pensionistico nazionale per preparare una proposta di sistema, che sarà composta dall’esecutivo, dal legislativo e dai pensionati.

Il tema che ha celebrato la giornata e non è passato inosservato all’inizio dell’intervento di Guido Peledo, è stata l’esplicita richiesta della Presidente del Congresso, Maria del Carmen Alva, che gli ha chiesto di smettere di pronunciare il suo discorso in quechua e di svolgerlo in Castigliano perché non lo capivano; Sebbene la costituzione politica del Perù stabilisca la lingua castigliana come lingue ufficiali e nelle regioni in cui predomina, lo fanno anche il quechua, l’aymara e altre lingue.

Così, dopo ampia e frontale discussione, tutta l’assemblea fingeva, e contro ogni pronostico, di dare la fiducia al Consiglio dei ministri presieduto da Peledo Ugarte, con 73 voti favorevoli, 50 contrari e nessuna astensione, e questo voto era rimasto. Il modo, ha detto, il gabinetto ministeriale è autorizzato a esercitare le sue funzioni in conformità con l’attuale procedura costituzionale. La votazione è stata la seguente: Peru Libre (partito al governo): 36 a favore, Popular Power (contrario a Fujimori): 24 contrari; Azione Popolare: 12 favorevoli; Alliance for Progress: 13 favorevoli, 2 contrari; Avanza Pais – Partito Integrazione Sociale: 10 contrari; Rinnovamento popolare: 9 contrari; Siamo Perù – Partito Viola: 5 favorevoli, 4 contrari; Possiamo Perù: 2 favorevoli, 1 contrario e insieme per il Perù: 5 favorevoli.

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Nel caso in cui la suddetta ipotesi sia contraria, secondo lo statuto del Congresso, se viene rifiutata la fiducia al Gabinetto dei ministri, deve dimettersi davanti al Presidente della Repubblica, che deve approvare la decisione e formare un nuovo governo. D’altra parte, la costituzione politica del Perù afferma che quando il parlamento nazionale nega la fiducia di due diverse camere, “il presidente della Repubblica ha il diritto di sciogliere il Congresso”.

Infine, oggi, entrambi i poteri sono chiamati e obbligati a mettere da parte posizioni di perenne confronto, a mettere da parte posizioni e interessi, e a mettere al centro il proprio popolo, i peruviani, al di sopra di tutti gli altri. La posta in gioco deve essere un governo di unità, tolleranza, impegno onesto e fiducia, ma soprattutto su grandi accordi.