Aprile 27, 2024

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Spagna e Italia vanno di pari passo nella guerra dell’olio d’oliva

Spagna e Italia vanno di pari passo nella guerra dell’olio d’oliva

Con l’inizio della campagna di raccolta delle olive, i principali produttori europei, Spagna e Italia, cominciano a fare le prime stime sui raccolti previsti. In questa stagione 2023/2024.

In Italia tutto – secondo l’Ismea e le aziende Olivicola e Unaprol – fa pensare che l’area transalpina possa crescere nel Paese. Fino al 20% quest’anno nonostante la mancanza di pioggia E l’anno scorso queste condizioni meteorologiche ed economiche disastrose. A proposito, è previsto Si raggiungono circa 290.000 tonnellateBen lontano dalle ultime quattro stagioni, ma più della stagione 2022/2023.

Proprio a causa della mediocre campagna passata, si prevede una crescita sostanziale Con il passare degli anni sono diminuiti A causa delle cattive condizioni durante l’inverno e l’estate.

Spagna e Italia, sviluppo simile

Nel nostro Paese la situazione non è particolarmente estrema, tutt’altro Ministero dell’Agricoltura, della Pesca e dell’Alimentazione (MAPA). Per la campagna 2023/2024 si stima che verranno prodotte circa 765.300 tonnellate di olio d’oliva. Questo è inferiore del 34% rispetto alla media Negli ultimi quattro anni, ma il 15% in più rispetto alla scorsa campagna 664.000 tonnellate.

Inoltre, in Spagna, si stima che esistano circa 257.000 tonnellate di collegamenti – petrolio immagazzinato tra le campagne – ovvero 43% e 52% in meno rispetto alle puntate iniziali della scorsa stagione.

In questo senso si può dire – sempre sulla base delle previsioni ufficiali – che L’Italia crescerà del 5% in più nel manifatturiero Petrolio rispetto alla Spagna, anche se il raccolto del nostro Paese sarà significativamente più alto.

Nonostante ciò, si prevede che i raccolti in Italia saranno molto disomogenei ed eterogenei, con le regioni settentrionali che subiranno un calo di oltre il 30% rispetto allo scorso gennaio a causa degli impatti climatici. In zone come il Sud si stima invece un aumento del 34%. Puglia e Calabria rappresentano rispettivamente il 50% e il 13% della produzione nazionale dell’intero Paese.

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