Aprile 28, 2024

Lamezia in strada

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Una colonia su Marte richiederebbe molte meno persone di quanto si pensasse in precedenza.

Una colonia su Marte richiederebbe molte meno persone di quanto si pensasse in precedenza.

È umano colonie su Marte? Sebbene manchino ancora molti decenni prima che qualcosa del genere accada, ci sono molte domande che gli scienziati stanno cercando di risolvere su come sarebbe la vita, dove e come vivrebbe la sua popolazione, nonché quante persone ci vivrebbero. necessari per sostenere gli insediamenti.

Per rispondere a quest’ultima domanda, un team di scienziati della George Mason University di Fairfax (Virginia, USA) ha condotto una simulazione al computer consistente nel dare diverse Caratteristiche di una serie di individui e assegnando loro il compito di mantenere una colonia marziana. I risultati ottenuti, così come le conclusioni a cui sono giunti, non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria.

“Troppo spesso tendiamo a trattare gli esseri umani come semplici numeri o particelle prive di motivazione personale, eterogeneità e adattabilità. I ​​gruppi umani sono sistemi complessi in cui il risultato non è la somma delle loro parti, ma la sinergia”, spiega l’autrice principale Annamaria Perea, associata Professore di informatica alla George Mason University: “Qualsiasi sistema sociale presenta caratteristiche di adattabilità, evoluzione e dinamica non lineare”.

Perché la tesi principale avanzata dai ricercatori durante le loro simulazioni era, tra le altre cose, quella Personalità e psicologia Le persone che si impegnano in tale lavoro sono la chiave per la loro sopravvivenza e continuità ai tempi della colonia.

Su questa base, gli autori hanno determinato, dopo aver implementato cinque diversi modelli che hanno coinvolto tra 10 e 170 individui e una durata totale di 28 anni ciascuno, che Ci vorrebbero solo 22 coloni per mantenere un insediamento marziano. Ben lontani dai cento, almeno, previsti da studi precedenti.

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Allo stesso tempo, hanno scoperto anche quello Quattro personalità loro assegnateI “nevrotici” avevano meno probabilità di sopravvivere, il che era l’opposto dei coloni “gentili”. Nelle simulazioni, ovviamente, i coloni non solo interagivano tra loro, ma consumavano e producevano anche risorse, dormivano, si spostavano e così via.

“I nostri aspetti sociali e comportamentali come esseri umani possono letteralmente tracciare il confine tra il successo e il fallimento di un compito, soprattutto se a lungo termine, e ciò può riflettersi anche sui suoi costi”, afferma Perea.