venerdì, Novembre 1, 2024

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Firenze apre la chiesa di Michelangelo

Gonzalo Sanchez |

Firenze (Italia) (EFE).- Sotto l’enorme chiesa costruita da Michelangelo a Firenze (nord) per la famiglia Medici, si trova una stretta stanza con alle pareti una serie di disegni attribuiti al genio, una paternità ancora contestata e che potrà essere approfondito fin da ora aprendolo al pubblico per la prima volta.

“Credo che questa sarà un’occasione speciale per il pubblico di visitare la sala e per la comunità scientifica di studiarla nuovamente”, ha detto Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello, di cui la chiesa fa parte.

La vasca, che misura 10 metri di lunghezza, 3 di larghezza e 2,5 di altezza, è raggiungibile scendendo alcune strette scale nascoste in una botola accanto all’abside della “Sagrestia Nuova” che Michelangelo realizzò nel 1533 per i Medici nella cattedrale . SanLorenzo.

Disegni a carboncino attribuiti al genio rinascimentale Michelangelo. EFE/Gonzalo Sanchez.

Le sue pareti sono costellate di disegni a carboncino e sanguigna: corpi animati, volti espressivi e scarabocchi che evocano, a colpo d’occhio, la potente anatomia di un maestro, come “David” o “Mosè”.

Scoperta

La scoperta avvenne nel novembre del 1975, quando lo storico Paolo dal Poggetto ordinò la pulizia del passaggio sotto l’abside che fino al 1955 era stato utilizzato come deposito del carbone.

Tuttavia, sotto l’intonaco delle pareti comparvero subito i disegni, scatenando un acceso dibattito tra chi intravedeva la mano del genio e chi si opponeva a questa ipotesi. La discussione è stata – e continua ad essere – avanzata.

Dal Poggetto sostenne poi l’ipotesi che la stanza fosse stata il nascondiglio dell’artista durante le ripetute persecuzioni avvenute nella Firenze del XVI secolo, basandosi sulla testimonianza di un suo allievo, Ascanio Condivi, e del biografo rinascimentale Giorgio Vasari.

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Nello specifico, poté rifugiarsi lì per sfuggire alla vendetta di papa Clemente VII Medici, adirato per aver lavorato per i rivali della sua dinastia durante il suo esilio tra il 1527 e il 1530.

Lo storico suggerì che Michelangelo finalmente ottenne il perdono e poté tornare a lavorare a Firenze, finché la abbandonò nel 1534 per stabilirsi a Roma, dove avrebbe ereditato opere straordinarie come gli affreschi della Cappella Sistina.

D’Agostino vede anche nei tratti il ​​genio del Buonarroti, intravede l’immagine di una donna che ricorda la “Leda”, tela perduta ma nota per il suo dipinto, o un uomo che somiglia al “Laocoonte”, la scultura ellenica. Questo è ciò che lo contraddistingue così tanto.

“Giudicate voi stessi”

In ogni caso, il direttore del museo ha sottolineato che “come sempre accade” con i grandi artisti, la paternità può e deve essere analizzata attraverso la scienza, e ha convocato un convegno internazionale con i più grandi esperti.

Anche se ha sottolineato che “l’occhio dell’intenditore è un passo avanti rispetto a qualsiasi ricerca scientifica”, scommettendo che nei tratti “la mano del maestro e la mano degli altri si incontrano”.

Il visitatore potrà però giudicare da sé poiché la sala verrà inaugurata il 15 novembre ed i biglietti potranno essere acquistati già da oggi al prezzo di 20 euro.

L'”estrema precisione” dei disegni richiederà la massima attenzione, per questo si è deciso di dividere le opere in gruppi di 4 distribuiti in momenti diversi.

Poiché per arrivarci è necessario scendere alcune scale strette, non sarà consentito l’ingresso alle persone con disabilità o ai bambini sotto i 10 anni.

Il nuovo armadio

Successivamente potrete ammirare questo luogo ricco di storia, la Basilica di San Lorenzo, scelta dai Medici, leggendaria e interessante stirpe di imperatori rinascimentali fiorentini, come tomba.

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Il tempio, simbolo dello sfarzo di questa famiglia, racchiude un “antico tesoro”, costruito nel 1419 dal geniale architetto Filippo Brunelleschi, padre della spettacolare cupola della cattedrale, o “Cappella dei Principi”, voluta da Cosimo I. De Medici.

A metà del Cinquecento papa Leone

La tomba di Lorenzo “il Magnifico”, modello del “principe” umano, lo mostra con aspetto lugubre, mentre tiene il dito sulle labbra di pietra, mentre ai suoi piedi l’aurora, sonnolenta, crepuscolare, esausta, si prostra.

Ricorda con compiacimento la tomba del fratello minore, Giuliano, ucciso nella congiura dei Pazzi del 1478, alzato dinanzi alla notte e al giorno, e rivolgendo lo sguardo verso il visitatore, come per scoprirlo, ma ignaro dei dipinti conservati nella tomba . Il seminterrato di questo luogo maestoso.