Aprile 27, 2024

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Chiedono giustizia per Jose Cozu

Chiedono giustizia per Jose Cozu

Centinaia di persone hanno manifestato, sabato, nella città di Madrid per commemorare il fotografo spagnolo Jose Couso, assassinato in Iraq nel 2003, quando le forze di occupazione americane attaccarono il Palestine Hotel a Baghdad.

Ad oggi le indagini non hanno chiarito i dettagli della sua morte e la famiglia di Koso chiede giustizia.

Il giorno prima che le forze statunitensi conquistassero la capitale irachena nel 2003, i loro carri armati hanno effettuato diversi attacchi presumibilmente mirati alla stampa internazionale. Lì, tre giornalisti che coprivano la guerra finirono per essere assassinati. Alcuni giornalisti che hanno assistito all’accaduto ricordano l’8 aprile come una giornata buia per la libertà di informazione.

In primo luogo, il quartier generale di Al-Jazeera è stato attaccato. Il giornalista Tariq Ayoub è stato ucciso nell’attacco. Quindi è stata attaccata la sede della TV di Abu Dhabi. Due persone sono rimaste ferite e poi hanno aggredito noi, i giornalisti che eravamo all’Hotel Palestine», ricorda Olga Rodriguez, corrispondente in Iraq durante la guerra.

Nel frattempo, i dati ufficiali indicano che non meno di 230 operatori dei media sono stati uccisi durante l’invasione statunitense del territorio iracheno.

La famiglia chiede giustizia

Jose Couso è tra i morti e quelli intorno a lui chiedono ancora un’indagine sulla sua morte. “Quando né il tuo governo né i vari dirigenti né l’ufficio del procuratore generale hanno collaborato per indagare sull’attacco a un hotel, a un edificio civile, in un’invasione illegale, quando tuo fratello è stato assassinato, immagina come ci sentiamo”, ha detto David Koso. Fratello del fotografo.

Il post di WikiLeaks sui cablogrammi trapelati ha esposto gli attacchi militari statunitensi contro i civili iracheni, ma ha anche evidenziato le pressioni che il governo spagnolo ha ricevuto da Washington per ostacolare le indagini sul caso di Couso.

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Nel 2014, l’esecutivo spagnolo ha deciso di abrogare l’Universal Justice Act, un sistema che consente di indagare sui crimini contro l’umanità. In Parlamento è stato dato il via libera alla riforma.

Qualsiasi procedura in corso deve essere archiviata a meno che l’autore del reato non abbia la nazionalità spagnola o sia presente nel territorio del paese. Un risultato è stato che l’indagine Koso è stata paralizzata.
Da parte sua, la famiglia Koso ha fatto appello alle massime autorità giudiziarie. Nel giro di tre anni, prima la Corte Suprema e poi la Corte Costituzionale respinsero i ricorsi di giustizia universale e sostennero che il caso era chiuso.

Poi i parenti hanno iniziato a chiedere giustizia alla Corte europea dei diritti dell’uomo, che deve ancora emettere una sentenza.

Preso dalla Russia oggi

Immagine di copertina: per gentile concessione di infolibre