Maggio 9, 2024

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Assange o la verità dietro le sbarre › Mondo › Granma

Assange o la verità dietro le sbarre › Mondo › Granma

Attraverso i documenti da lui pubblicati, il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, potrebbe aver evitato che molti giovani americani morissero mandati in guerre straniere, in luoghi che molti non sapevano nemmeno identificare su una mappa, come è successo con l’Iraq.

Questi non erano eventi descritti dallo stesso giornalista. Né le foto che ha scattato sul luogo dei fatti. Ma ciò che ha rivelato descriveva, in tutte le sue dimensioni, un atto illegale, che spesso comportava crimini, torture, l’uso di armi proibite e l’uso di menzogne ​​per “giustificare” azioni militari, tra le altre cose.

È giusto che gli americani e il mondo ringrazino questo giornalista coraggioso perché almeno ci ha avvertito del mantello nero che l’amministrazione degli Stati Uniti usa per nascondere i suoi crimini.

Addirittura, secondo le dichiarazioni della moglie di Assange, Stella Morris, Mike Pompeo, ex direttore della CIA e segretario di Stato sotto Donald Trump, avrebbe incaricato gli agenti di esplorare la possibilità di assassinare Assange all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador negli Stati Uniti, il Regno dove fu esiliato.

Non è un caso che quando Washington ha saputo come le sue azioni erano state smascherate sulla scena internazionale, ha scatenato una vera e propria caccia all’uomo contro Julian Assange.

In queste circostanze, è stato ricevuto da un degno uomo di uno dei paesi dell’America Latina, Rafael Correa, allora presidente dell’Ecuador, a metà del 2012, presso l’ambasciata di questo paese andino a Londra, dove, oltre a fornire lui asilo e in conformità con le norme legali stabilite, il processo di concessione della cittadinanza ecuadoriana – su richiesta dello stesso giornalista.

Entrambe le misure, umane, di sostegno e conformi alla legge, sembrano puntare alla loro protezione permanente.

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Ma il nuovo presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, che era vicepresidente quando Correa concesse asilo e cittadinanza al fondatore di WikiLeaks, non solo ha tradito il movimento Rivoluzione Cittadina di cui era membro, ma ha anche tradito i principi stabiliti per proteggere Assange, e in Nel 2019 ha aperto le porte della sede diplomatica affinché la polizia di Londra potesse essere arrestata e portata in un carcere di massima sicurezza, dove si trova tuttora.

Considerando la reale possibilità della sua estradizione negli Stati Uniti, il 20 maggio il tribunale del Regno Unito riconsidererà il permesso concesso a Julian Assange di presentare ricorso contro la sua estradizione.

Riguardo al caso, la segretaria generale di Amnesty International, Agnes Callamard, ha dichiarato: “Julian Assange ha osato evidenziare presunti crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti. È inaccettabile che anni della sua vita siano stati rubati”. “Sulle accuse politicamente motivate portate dagli Stati Uniti per denunciare le sue presunte violazioni.”