ALGERI, 12 agosto – A partire da giovedì, 73 persone sono state segnalate uccise dopo che gli incendi boschivi hanno devastato le regioni settentrionali dell’Algeria dall’inizio della settimana a causa della siccità e delle alte temperature, hanno riferito le autorità ai media. Zuccherato.
Circa 30 morti legate ai soldati sono state inviate urgentemente alla città di Tizi Ouzou nella regione della Grande Cabilia, il luogo degli incidenti, per cooperare con i vigili del fuoco per spegnere l’incendio, ha detto Telesur.
La regione della Cabilia è nota per il suo insediamento di berberi, gruppi etnici del Nord Africa, che hanno la propria lingua e cultura e hanno una vita nomade.
Il primo ministro algerino Ayman Ben Abdel Rahman è arrivato nell’area del disastro con una delegazione di alti funzionari incaricati di valutare la situazione e preparare una rapida risposta al disastro causato dagli incendi che si ripetono in diversi stati lungo la costa mediterranea.
Il ministro dell’Interno Kamel Balloud ha spiegato che dietro gli incendi c’erano “criminali pieni di odio” verso l’Algeria. “Solo le mani criminali sono dietro 50 incendi che scoppiano contemporaneamente in diverse parti della provincia”, ha detto.
Allo stesso modo, le autorità di Tizi Ouzou hanno avvertito dello scoppio di incendi. “È impossibile, nella nostra esperienza, che le cause di questi incendi siano naturali. Il capo del servizio forestale, Youssef Ould Mohamed, ha affermato che gli incendi sono stati causati da un atto criminale.
Le operazioni di soccorso e spegnimento degli incendi sono ostacolate dal difficile accesso all’area, dalla siccità che causa carenze idriche profonde e temperature elevate che talvolta superano i 40°C nel bel mezzo di un’estate più calda del solito con poca umidità ambientale.
Telesur ha aggiunto che oltre ai decessi e ai ricoveri con ustioni e sintomi di soffocamento, gran parte della popolazione berbera, che è un altro nome per i berberi, è stata sfollata e per loro sono stati allestiti campi di accoglienza.
Dal canto suo, il quotidiano La Vanguardia ha riferito che Grecia e Turchia sono stati i Paesi più colpiti dagli incendi delle ultime due settimane sulla costa settentrionale del Mediterraneo, e sono in allerta a causa delle temperature storiche.
Lievi cali di temperatura e pioggia, anche se brevi, hanno aiutato l’isola greca di Epoya, la più colpita dall’incendio, mentre i vigili del fuoco si stanno concentrando sul sedare l’epidemia. Stime preliminari suggeriscono che in tutto il paese sono stati bruciati 90.000 ettari, un disastro ambientale senza precedenti.
La Sicilia, in Italia, è un altro centro di preoccupazione a causa dell’aumento delle temperature. La città di Siracusa, a sud dell’isola, ha avuto mercoledì una temperatura di 48,8 gradi, un dato che, se non confermato, segnerebbe un nuovo record in Europa dopo i 48 gradi di Atene nel 1977.
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