Maggio 19, 2024

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Rafah si impegna a chiudere le operazioni umanitarie a Gaza – Escambray

L’ordine di evacuazione emesso da lunedì ha causato lo sfollamento di decine di migliaia di persone in fuga dal governatorato verso aree che le Nazioni Unite non considerano sicure.

Le Nazioni Unite stanno conducendo “negoziati seri” con Israele per riaprire questo valico. (Immagine: campana)

Un funzionario delle Nazioni Unite ha detto martedì che le operazioni umanitarie a Gaza potrebbero concludersi in meno di un giorno se non entrerà più carburante dopo che Israele avrà preso il controllo del valico di Rafah.

Il coordinatore umanitario nei Territori palestinesi occupati, Andrea Di Domenico, ha confermato che gli operatori umanitari hanno a malapena 30.000 litri di carburante, mentre il fabbisogno giornaliero è stimato a circa 200.000.

Durante una conferenza stampa ha avvertito che in queste circostanze i servizi di base come la depurazione dell’acqua o il funzionamento dell’ospedale potrebbero interrompersi in meno di un giorno.

Nonostante le promesse di Israele di portare più camion di carburante a Rafah, situata al confine con l’Egitto, il funzionario è pessimista sulla questione.

Di Domenico ha confermato che l’ordine di evacuazione emesso da lunedì ha causato lo sfollamento di decine di migliaia di persone in fuga dal governatorato verso zone che le Nazioni Unite non ritengono sicure.

Nonostante le pressioni della comunità internazionale, compresi i suoi più stretti alleati, martedì il governo di Tel Aviv ha lanciato un attacco limitato a Rafah, che ha comportato il bombardamento di alcune aree e il sequestro del passaggio principale per gli aiuti umanitari.

Il coordinatore degli affari umanitari ha confermato che l’agenzia è stata costretta dall’inizio della settimana a sospendere la maggior parte delle operazioni di distribuzione alimentare e a bloccare l’ingresso di carburante di base.

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Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite (Antonio Guterres), Stephane Dujarric, ha confermato martedì che le Nazioni Unite stanno conducendo “seri negoziati” con Israele per riaprire questo valico.

Il portavoce ha avvertito dei rischi che corrono le operazioni di terra man mano che i residenti iniziano a spostarsi dal governatorato situato a sud dell’enclave.

“I civili a Gaza devono essere protetti e i loro bisogni primari soddisfatti, sia che si muovano sia che restino. Coloro che se ne vanno devono avere abbastanza tempo per farlo, così come un percorso sicuro e luoghi dove andare”, ha detto ai giornalisti.

Ha notato che molti di loro sono stati sradicati più volte negli ultimi sette mesi.