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Europa/Italia – Laria Honoris Casa per la scrittrice Neto, vedova di uno dei tre leader rivoluzionari africani che incontrarono Papa Paolo VI

Europa/Italia – Laria Honoris Casa per la scrittrice Neto, vedova di uno dei tre leader rivoluzionari africani che incontrarono Papa Paolo VI

Europa/Italia – Laria Honoris Casa per la scrittrice Neto, vedova di uno dei tre leader rivoluzionari africani che incontrarono Papa Paolo VI

Venerdì 6 ottobre 2023

Roma (Agenzia Fides) – “C’è una lunga storia di amicizia tra i nostri due paesi, e precisamente, nella guerra contro il colonialismo del Portogallo, per la prima volta un Papa ricevette rappresentanti di movimenti nazionalisti”, ha affermato la famosa autrice e scrittrice Maria Eugenia Netto. Il poeta angolano, dopo aver ricevuto la Laurea Honoris Casa conferita dall’Università di Roma – Unid Studi Internazionali.
“L’Italia è stato il primo Paese dell’Europa occidentale a riconoscere l’indipendenza dell’Angola il 18 febbraio 1976”, ha detto Neto, che ha voluto ricordare uno degli eventi più importanti nella storia della liberazione dei Paesi del Terzo Mondo. . Anche se più noto, si tratta dello storico incontro del 1° luglio 1970, quando il marito Agostino Nato, Marcelino dos Santos e Amilcar Cabral furono ricevuti in udienza privata da Papa Paolo VI per riconoscerne dignità e diritti. La determinazione del popolo africano rappresentato da tre leader rivoluzionari rispettivamente in Angola, Mozambico, Guinea-Bissau e Capo Verde, durante il periodo in cui questi popoli vivevano sotto il giogo coloniale del regime fascista portoghese. “Durante questo incontro, Papa Paolo VI ha regalato a ciascuno dei leader africani una copia dell’enciclica Papulorum Progressio”, ha ricordato lo scrittore angolano. L’enciclica papale, pubblicata nel marzo 1967, denunciava e criticava il neocolonialismo, affermando il diritto di tutti i popoli alla prosperità, oltre a condannare “tutte le forme di discriminazione che privano le persone della libertà e dei diritti fondamentali”.
“Solo la cultura e la civiltà possono aiutarci a raggiungere una pace duratura e profonda con radici umane e morali. Dobbiamo lottare con urgenza per ottenere più amore, giustizia e felicità nel mondo. Cultura e civiltà possono sostituire le armi e la tolleranza”. Sono le parole del poeta nella Lectio Magistralis pronunciata a Roma ieri, 5 ottobre 2023.
Dobbiamo ricordare che Agostinho Neto, medico, poeta, scrittore, primo presidente della Repubblica dell’Angola e guidò la rivoluzione contro il dominio secolare portoghese. La moglie Maria Eugenia gli restò vicina durante la prigionia, l’esilio e la comune lotta di liberazione, e il riconoscimento accademico che le venne conferito coincise con il centenario della nascita del marito.
Nella sua Laudatio, il rettore dell’Università Maria Gracia Russo, Maria Eugénia Neto “è nata l’8 marzo, si celebra il diritto all’emancipazione delle donne. E durante tutta la sua vita ha dimostrato la capacità di lotta, condivisa con il marito Agostinho Neto, il primo presidente della Repubblica Popolare dell’Angola, che lottò per il diritto all’autodeterminazione del suo Paese. Torture, prigionia ed esilio per proteggerlo. Maria Eugenia lo accompagnò sempre, lo sostenne, interessò il mondo al suo caso, diffuse all’estero la poesia di suo marito ed echeggiava la voce di un uomo imprigionato che ha rischiato la vita per difendere i diritti di un popolo. Agostinho è stato la fonte della vita di Neto, lei era sua Ha trovato in questa donna la forza per andare avanti in una quotidianità difficile come quella segreta, guerrigliero, fuggitivo, ribelle, prigioniero, esiliato.
(AP) (Agenzia Fides 6/10/2023)

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