Il leggendario Teatro alla Scala di Milano ha difeso la sua decisione di aprire la sua stagione con l’opera russa “Boris Godunov”, in un’offensiva tutta russa contro l’Ucraina.
La lingua russa suonerà grazie a un gruppo di artisti di quel paese, con protagonista il baritono Eldar Abdurazakov, oltre al mezzosoprano Lili Jorstad e al soprano Anna Denisova.
Il regista teatrale del Nord Italia Dominique Meyer ha chiesto una separazione della cultura dalla politica durante una conferenza stampa.
“È una decisione che abbiamo preso tre anni fa. È impossibile cancellare un progetto del genere, e perché dovremmo farlo? Agendo come ‘Boris Godunov’ non stiamo facendo propaganda per il presidente russo Putin. Dobbiamo vedere la differenza tra l’attuale situazione politica e la Russia e questo è un grande capolavoro nella storia dell’arte”.
La scelta di questo pezzo è stata criticata da associazioni di ucraini in Italia che preferiscono non recitare il russo nel teatro simbolico mentre il loro paese è sotto l’attacco del regime di Putin.
Tuttavia, la Scala ha condannato a lungo l’invasione russa dell’Ucraina, e infatti, a marzo, una settimana dopo l’inizio del conflitto, ha licenziato il regista Valery Gergiev, che doveva dirigere La dama di picche, dopo che non si era espresso contro il guerra.
L’Opera di Milano aprirà la sua stagione canora, come ogni anno, nel pomeriggio del 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città italiana, e sono attesi rappresentanti politici d’Italia e d’Europa, secondo alle fonti interne.
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